La Crisi del controllo sociale
Matt Clement

18.06.2022

Lo Stato è un concetto filosofico, europeo, il controllo sociale è un concetto sociologico, americano. Entrambi si posizionano su crinali opposti di una frattura rappresentata dall’emergere delle società democratiche. (Melossi 1990 3)

Questa citazione, tratta dal libro di Dario Melossi The State of Social Control, imposta una triangolazione tra questi tre concetti: Stato, controllo sociale, democrazia. Vale la pena di rivisitarla alla luce dell’emergere della crisi del controllo sociale, salita alla ribalta a partire dagli anni 2020, per chiederci cosa stia succedendo alla legittimità democratica delle istituzioni statuali.

I sociologi spesso si rifanno alla definizione di Stato coniata da Weber in Economia e Società:

Un’organizzazione politica permanente che opera continuativamente {politischer Anstaltbetrieb} si definirà come Stato nella misura in cui il suo apparato amministrativo avocherà con successo il monopolio dell’uso legittimo della forza per applicare l’ ordine. (Weber 1956 54)

In un recente studio canadese, Robyn Maynard, esplicita il significato effettivo di questa asciutta descrizione: “non soltanto la violenza statuale non viene quasi mai perseguita in quanto criminale, ma non è nemmeno percepita come violenza. Dal momento che allo Stato viene garantita autorità morale e legale su coloro che ricadono nella sua giurisdizione, il suo utilizzo della violenza viene visto generalmente come legittimo.” (Maynard 2017 6-7). La polizia “detiene una smisurata discrezione nell’etichettare, arrestare e condannare. I poliziotti detengono un ruolo centrale nel definire, attraverso le loro prassi, priorità e interventi selettivi, quali comportamenti vadano considerati criminali…le pratiche poliziesche selettive e discriminatorie incarnano il razzismo istituzionale.” (Scraton 1985 37, 80). E’ per questa ragione che comprendere la criminalità coincide con “la comprensione della discrezionalità delle forze di polizia e della loro selettività criminale”. (Vegh Weis 2018).

Le istituzioni statuali autorizzate ad usare la violenza possono essere ancora considerate legittime? Da chi? Nel caso dei militari, dipende dalla parte con cui ci si schiera. Ad esempio, per molti Russi, e per il loro governo, l’invasione dell’Ucraina è certamente un atto legittimo, ma non lo è per i pacifisti Russi e, ovviamente, per gli Ucraini. Tuttavia, nel caso del controllo sociale, l’istituzione da prendere in considerazione è di certo la polizia.

Weber mette in relazione la legittimità alla convinzione, da parte della maggioranza dei cittadini, che, sia le regole applicate, sia chi le applichi, rientrino in un ambito di legalità (Weber 1956 215). Nel caso vacilli la fiducia del pubblico verso i detentori del monopolio della violenza, automaticamente si riduce la fiducia del pubblico nella polizia. Quando i poliziotti usano la violenza contro il pubblico, che si aspetta protezione, cessano di essere la soluzione al problema e ne diventano parte. La messa in stato di accusa di poliziotti come Derek Chauvin, responsabile dell’omicidio di George Floyd, e quella di Wayne, Couzens, poliziotto britannico che ha stuprato e ucciso Sarah Everhard, hanno avuto luogo entrambe nel 2021, evidenziando una crisi di legittimità di profilo internazionale (Clement 2022).

Non si tratta soltanto di una minaccia al mantenimento di legge e ordine. Ci troviamo piuttosto di fronte alla capacità di molti di credere nella positività delle istituzioni statuali. Le autorità e i cittadini rischiano di perdere quella trama di “valori condivisi” che assicura il mantenimento della gerarchia sociale.

Come spiega Weber, in maniera circolare, questi valori “derivano da un accordo volontario tra le parti in causa, altrimenti vengono imposti da un’autorità che viene considerate legittima” (Weber 1956 36). Da questa asserzione, Melossi conclude: “la domanda che rimane inevasa, quindi, concerne la spiegazione sociologica relativa all’orientamento dei membri di una società verso l’autorità che dovrebbe essere considerata legittima” (Melossi 1990 65).

Questa considerazione ci riporta indietro alla questione della democrazia, più precisamente alle forme di “democrazia diretta” quali le assemblee pubbliche, le manifestazioni di protesta, messe in atto per sfidare l’egemonia e la legittimità degli attori che pianificano e attuano i processi di controllo sociale. La consapevolezza che facilita questo tipo di attivismo deriva dalla reazione contro l’ingiustizia, nonché dalla frustrazione per i tentativi, da parte dei governi, di utilizzare la forza per evitare che le manifestazioni pubbliche abbiano luogo.

A sostegno di questa tesi, possiamo portare due eventi che hanno avuto luogo nel 2021. Il primo a Bristol, nel Regno Unito, quando una manifestazione, nel marzo 2021, si è trasformata in una rivolta contro la polizia, che nove mesi prima aveva caricato i dimostranti mentre tentavano di abbattere la statua del trafficante di schiavi Edward Colston all’interno dell’area portuale durante una manifestazione di Black Lives Matter (BLM). Una crepa nella fiducia verso le forze di polizia, allargata dal fatto che il governo in quel momento intendeva consentire alle forze di polizia di criminalizzare tutte quelle proteste considerate troppo rumorose o fastidiose. Secondo il Daily Mail, “la manifestazione era stata organizzata per esprimere il malcontento verso la proposta di legge Police, Crime, Sentencing and Courts Bill –ragione per cui le rivolte sono state soprannominate Kill the Bill’ protests. L’articolo del Daily Mail rende un’idea di quale clima si sia creato nel corso della manifestazione:

Jasmine York, 26anni, è stata ripresa mentre guidava I cori della folla, che scandiva ACAB, ovvero, “tutti i poliziotti sono bastardi”, oppure “f…..o la polizia”, mentre si scatenava la violenza. I dimostranti avevano partecipato a una veglia sin dalle 2 di pomeriggio, ma in seguito si erano uniti ad un altro corteo che marciava in direzione del commissariato. Jasmine trasmetteva la protesta in streaming tramite il suo cellulare, ed è stata a sua volta ripresa mentre aiutava a spingere una pattumiera di rifiuti tossici addosso a una macchina della polizia in fiamme, con lo scopo di alimentare l’incendio. La York è stata condannata a nove mesi di reclusione per questi fatti all’inizio di marzo (Daily Mail 2022).

Il Mail è il quotidiano più venduto in Uk, e non simpatizza di certo per i dimostranti. Alla stregua di alter organizzazioni che combattono una guerra culturale a fianco del governo e della polizia, il Mail porta avanti lo schema che Ruth Wodak definisce come “il rovesciamento della prospettiva vittime-carnefici” (Wodak, 2015 67), all’interno del quale i gruppi affluenti si rappresentano come vittime delle cattive intenzioni di quelli che loro stessi, di fatto, marginalizzano. Per esempio, la polizia di Bristol continua a sostenere di essere stata attaccata dai dimostranti nel corso della prima manifestazione Kill the Bill del marzo 2021, raccontando alla stampa del ferimento di due poliziotti, notizia in seguito rivelatasi infondata.

Uno dei difensori degli imputati, David Rhodes, ha dichiarato: “la polizia aveva notevolmente sottostimato il numero dei dimostranti: la polizia aveva notevolmente sottovalutato il numero dei dimostranti previsti, finendo per essere colti impreparati e sotto-equipaggiati. E’ vero che ci sono state degenerazioni da entrambi le parti, fino a sfociare nell’assalto ai commissariati e nell’incendio dei veicoli della polizia’ (Daily Mail 2022). E’ evidente come la polizia abbia esacerbato la situazione, come nota Stuart Hall nel suo lavoro collettaneo Policing the Crisis. (Hall et al 1978 38).

Gli USA, nel 2021, hanno assistito a un violento scoppio della crisi del controllo sociale quando i sostenitori di Trump hanno assaltato il Congresso. Stranamente, la polizia in questa occasione non ha utilizzato le granate, le pallottole di gomma utilizzati nove mesi prima contro una manifestazione dei BLM, mostrandosi impotente di fronte a questa rivolta di destra. Ma la vera minaccia allo status quo non veniva dai dimostranti, bensì dai 139 membri del Congresso che avevano votato per invalidare i risultati delle elezioni presidenziali, mostrando il loro disprezzo per la legge. Solo se loro avessero vinto sarebbe stata democrazia (Meek 2022 6). L’assenza di criteri legali nell’agire delle autorità rappresenta un altro aspetto della loro incapacità a mantenere il controllo sociale in futuro. Che il prossimo assalto al Congresso, invece che attaccare la democrazia, mirerà a salvarla? (Meek 2022 8).

Questo contributo ha inteso descrivere alcune forme attraverso le quali la crisi delle pratiche di polizia riflette la crescente illegalità del modus operandi delle autorità a livello globale, oltre che dei loro apparati. I crimini dei potenti ci sono sempre stati. Fino ad ora però molti leader si preoccupavano di nascondere i loro misfatti per dimostrare il loro attaccamento alla democrazia ed esercitare il controllo attraverso il consenso, piuttosto che con la forza. Quando Boris Johnson ammette la loro criminalità ma nega di doverne rendere conto, rischia di generare una spirale di sfida e devianza che potrebbe essere difficile sopprimere.


Riferimenti

Carby, Hazel V. (2022) ‘We must burn them’ in London Review of Books 26th May 2022 pp.13-15

Clement, Matt (2022) ‘No Justice, No Peace?: The politics of protest and social change’ Paper to the conference of the British Society of Criminology, University of Surrey

Daily Mail 18th May 2022 ‘Now 'woke' Bristol jury CLEARS Kill the Bill rioter’

Now 'woke' Bristol jury CLEARS Kill the Bill rioter as they accept he was acting in self-defence | Daily Mail Online

Hall, S., Critcher, C., Jefferson, T., Clarke, J., and Roberts, B. (1978) Policing the Crisis London: Macmillan

Maynard, Robyn (2017) Policing Black Lives: State violence in Canada from slavery to the present Fernwood Publishing: Manitoba CA.

Meek, James ‘What are you willing to do?’ in London Review of Books 26th May 2022 pp.3-8

Melossi, Dario (1990) The State of Social Control Cambridge: Polity

Scraton, Phil (1985) The State of the Police London: Pluto

Weber, Max (1956) Economy and Society New York: Bedminster

Vegh Weis, Valeria (2018) Marxism and Criminology: A History of Criminal Selectivity Chicago: Haymarket

Wodak, Ruth (2015) The Politics of Fear London: Sage