Il radicamento
Preludio a una dichiarazione dei doveri verso l'essere umano
Simone Weil
16.07.2022
Le pagine che seguono sono tratte dalla conclusione del testo di Simone Weil Il radicamento edito da Clinamen


Il lavoro fisico è una morte quotidiana.

Lavorare è mettere il suo proprio essere, anima e carne, nel circuito della materia inerte, farne un intermediario fra uno stato ed un altro stato di un frammento di materia, farne uno strumento. Il lavoratore fa del suo corpo e della sua anima un’appendice dell’utensile che egli maneggia. I movimenti del corpo e l’attenzione dello spirito sono funzione delle esigenze dell’utensile, che è esso stesso adattato alla materia del lavoro.

La morte e il lavoro sono cose di necessità e non di scelta. L’universo non si dà all’uomo nel nutrimento e nel calore che se l’uomo si dà all’universo nel lavoro. Ma la morte e il lavoro possono essere subiti con rivolta o con consenso. Essi possono essere subiti nella loro nuda verità o rivestiti di menzogna.

Il lavoro fa violenza alla natura umana. Talvolta c’è sovrabbondanza di forze giovanili che vogliono spendersi e non vi trovano il loro impiego; talvolta c’è esaurimento, e la volontà deve incessantemente supplire, al prezzo di una tensione molto dolorosa, all’insufficienza dell’energia fisica; ci sono mille preoccupazioni, problemi, angosce, mille desideri, mille curiosità che portano il pensiero altrove; la monotonia causa disgusto; e il tempo pesa di un peso quasi intollerabile.

Il pensiero umano domina il tempo e percorre incessantemente, in maniera rapida, il passato e l’avvenire varcando qualsivoglia intervallo; ma colui che lavora è sottomesso al tempo alla maniera della materia inerte che varca un istante dopo l’altro. È, per là, soprattutto che il lavoro fa violenza alla natura umana. Ecco perché i lavoratori esprimono la sofferenza del lavoro tramite l’espressione «trovare il tempo lungo» 1.

Il consenso alla morte, quando la morte è presente e vista nella sua nudità, è uno strappo supremo, istantaneo, da ciò che ciascuno chiama “me”. Il consenso al lavoro è meno violento. Ma là dove è completo, esso si rinnova ciascun mattino lungo tutta un’esistenza umana, giorno dopo giorno, e ciascun giorno esso dura fino alla sera, e ricomincia l’indomani, e si prolunga spesso fino alla morte. Ciascun mattino il lavoratore consente al lavoro per quel giorno là e per tutta la vita intera. Egli vi consente, che sia triste o felice, preoccupato o avido di divertimento, affaticato o debordante di energia.

Immediatamente dopo il consenso alla morte, il consenso alla legge che rende il lavoro indispensabile alla conservazione della vita è l’atto più perfetto di obbedienza che sia dato all’uomo di compiere.

Pertanto, le altre attività umane, comando degli uomini, elaborazione di piani tecnici, arte, scienza, filosofia, e così di seguito, sono tutte inferiori al lavoro fisico in significato spirituale.

È facile definire il posto che deve occupare il lavoro fisico in una vita sociale ben ordinata. Deve esserne il centro spirituale.


1 Simone Weil aveva già esaminato la questione del tempo in rapporto al ritmo di lavoro nella lettera aperta Esperienza della vita di fabbrica (1941). Si consulti, ad esempio, S. Weil, Esperienza della vita di fabbrica, in La condizione operaia, cit., p. 276: «Il tempo e il ritmo sono il fattore più importante del problema operaio […] La successione assolutamente uniforme e insieme variata e continuamente sorprendente dei giorni, dei mesi, delle stagioni e degli anni conviene esattamente alla nostra sofferenza e alla nostra grandezza […] Al contrario l’avvenire di chi lavora in una fabbrica è vuoto […], ed è più morto del passato per l’identità degli istanti che si succedono come il tic-tac di un orologio. Un’uniformità che imita i movimenti degli orologi e non quelli delle costellazioni, una varietà che esclude ogni regola e quindi ogni previsione; ecco quel che produce un tempo inabitabile all’uomo, irrespirabile».

©Il radicamento. Preludio a una dichiarazione dei doveri verso l'essere umano, Simone Weil, Editrice Clinamen 2022